
The Analog Sparks
Winner Silver Conceptual
Tra questa gente
Una geografia emotiva del visibile e dell'invisibile.
"Tra questa gente" è un progetto che non documenta, ma custodisce. Non descrive, ma evoca. È una visione che attraversa il paesaggio pugliese con la lentezza necessaria a cogliere ciò che spesso sfugge: i silenzi, le tracce, i resti di gesti quotidiani che si fanno mito. Qui, lo sguardo non cerca l’evento, ma l’atmosfera; non il racconto, ma la condizione.
La Puglia si rivela come stato d’animo più che territorio. È un luogo che vibra attraverso la luce, la polvere, le assenze. Una terra che si lascia attraversare da chi sa fermarsi, da chi ha il coraggio di non chiedere spiegazioni. In questa sospensione nasce un atlante emotivo che tiene insieme sacralità e materia, memoria e presenza.
Alcune immagini agiscono come veri e propri nuclei simbolici, architravi concettuali dell’intero lavoro. Il riflesso di una donna anziana che stringe un neonato non è un semplice ritratto: è una soglia. Lì si manifesta la tensione tra origine e ritorno, la forza circolare della cura che lega i corpi attraverso le generazioni. Un gesto intimo che diventa, nel riflesso sfocato, dichiarazione universale: ogni inizio contiene un’eredità.
Un corpo inciso da una costellazione, nudo e vulnerabile, trasforma la pelle in mappa e il corpo in cielo. È un’immagine che parla di orientamento interiore, della necessità di leggere il mondo partendo da sé, dalla propria fragilità esposta, dalle cicatrici come stelle.
E poi, all’improvviso, tra questa gente compare un dinosauro. Una visione che spiazza, ma che non è ironica né surreale: è una meditazione sul tempo. Una presenza impossibile che ci ricorda che tutto convive – l’arcaico e il presente, il naturale e l’inventato – in un paesaggio dove il reale è solo una delle possibilità. Quel corpo preistorico diventa simbolo di permanenza, un’anomalia che abita la quotidianità come a rivendicare la libertà del pensiero e dell’immaginazione.
Il progetto nel suo insieme rifiuta la narrazione lineare per abbracciare una grammatica del vuoto, del gesto minimo, del dettaglio imperfetto. È una ricerca sulla soglia tra l’essere e l’apparire, un invito a rallentare lo sguardo, a farsi attraversare dai luoghi invece di attraversarli. Ogni immagine è una stanza silenziosa, da abitare con attenzione e rispetto.
Tra questa gente, non vuole raccontare un Sud, ma un modo di stare al mondo. È un lavoro che parla di vicinanza, di tempo che resta, di ciò che ci lega agli altri anche quando non lo vediamo. È un paesaggio interiore, riflesso in superfici opache, dove l’umano si mostra nella sua forma più essenziale: quella che non ha bisogno di spiegarsi per essere sentita.
Puglia, 2025