Linkiesta
La Gazzetta del Mezzogiorno
The strenght of hope
“Kyiv” – è un periodo di riflessione e speranza per molti in Ucraina, oggi una nazione segnata dal conflitto con la Russia.
Spinto dall'invito emotivo di un collega, ho trascorso 11 giorni in Ucraina, un paese che non avevo mai visitato prima. Il mio obiettivo era osservare con i miei occhi gli effetti della guerra sulle città e sugli sguardi delle persone che vivono quotidianamente questo conflitto.
Non sapevo cosa aspettarmi all'arrivo a Kyiv. La paura era grande, ma altrettanto grande era il mio desiderio di avvicinarmi e comprendere appieno la realtà di questa nazione.
L'Ucraina, messa in ginocchio, con potere e forza russa che sta distruggendo e uccidendo innocenti, è ancora viva. Nonostante la paura palpabile nelle strade della capitale, ho subito percepito che in questa nazione c'è un senso di casa e di resilienza che non potrà mai essere spezzato.
L'arrivo a Kyiv è stato segnato da un'atmosfera di tensione palpabile ma anche da una straordinaria dimostrazione di unità nazionale.
Le strade di Kyiv, erano animate da cittadini intenti a proseguire la loro vita quotidiana con dignità e coraggio. Nonostante le sirene che risuonavano a intervalli regolari, le metropolitane usate come rifugi e la presenza visibile delle forze armate, la gente continuava a muoversi con determinazione, rifiutandosi di lasciarsi sopraffare dalla paura.
Noi, ci sentivamo osservati, un po dei turisti inaspettati.
Le persone erano incuriosite dalla nostra presenza, dal fatto che fossimo lì in quel momento.
Dopo pochi giorni, la paura che inizialmente provavo era svanita. Sentivo che dovevo essere qui, in questa nazione, per raccontare la sua storia e ascoltare le testimonianze di quelle persone che con coraggio, determinazione e orgoglio continuano a lottare e immaginare in un nuovo futuro,
Qui, ho ascoltato storie di famiglie costrette a lasciare le proprie case, ma che non avevano perso la voglia di lottare per la libertà e la sicurezza dei propri figli. La solidarietà tra le persone era evidente.
Chi aveva perso tutto trovava conforto e aiuto in chi, pur avendo poco, era disposto a condividere.
Un momento toccante è stato l'incontro con un militare in borghese a Irpin che pregava la perdita della sua famiglia durate l’occupazione russa nel marzo 2022.
Parlando con loro, ho percepito un profondo senso di responsabilità non solo verso la loro patria, ma anche verso le future generazioni. "Stiamo combattendo per la libertà dei nostri figli," mi ha detto un padre di due bimbi, "Non possiamo permettere che la guerra rubi anche i loro sogni", "perché possano crescere in un paese libero e sovrano."
Nonostante le difficoltà quotidiane e le incertezze del futuro, ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la resilienza del popolo ucraino.
La loro speranza non è semplicemente un'aspirazione vaga, ma una forza concreta che guida le loro azioni e alimenta la loro resistenza.
L’ Ucraina, mi ha mostrato un popolo che, nonostante le avversità, non ha mai perso la propria umanità e determinazione.
La speranza che ho visto negli occhi delle persone che vivono in questa nazione, la loro volontà indomita di lottare per la libertà e per il futuro dei loro figli, è una testimonianza potente della forza dello spirito umano. In un momento di grande difficoltà, gli ucraini continuano a combattere non solo per la loro terra, ma anche per un ideale di libertà che ispira e commuove.
La Gazzetta del Mezzogiorno
The strenght of hope
“Kyiv” – è un periodo di riflessione e speranza per molti in Ucraina, oggi una nazione segnata dal conflitto con la Russia.
Spinto dall'invito emotivo di un collega, ho trascorso 11 giorni in Ucraina, un paese che non avevo mai visitato prima. Il mio obiettivo era osservare con i miei occhi gli effetti della guerra sulle città e sugli sguardi delle persone che vivono quotidianamente questo conflitto.
Non sapevo cosa aspettarmi all'arrivo a Kyiv. La paura era grande, ma altrettanto grande era il mio desiderio di avvicinarmi e comprendere appieno la realtà di questa nazione.
L'Ucraina, messa in ginocchio, con potere e forza russa che sta distruggendo e uccidendo innocenti, è ancora viva. Nonostante la paura palpabile nelle strade della capitale, ho subito percepito che in questa nazione c'è un senso di casa e di resilienza che non potrà mai essere spezzato.
L'arrivo a Kyiv è stato segnato da un'atmosfera di tensione palpabile ma anche da una straordinaria dimostrazione di unità nazionale.
Le strade di Kyiv, erano animate da cittadini intenti a proseguire la loro vita quotidiana con dignità e coraggio. Nonostante le sirene che risuonavano a intervalli regolari, le metropolitane usate come rifugi e la presenza visibile delle forze armate, la gente continuava a muoversi con determinazione, rifiutandosi di lasciarsi sopraffare dalla paura.
Noi, ci sentivamo osservati, un po dei turisti inaspettati.
Le persone erano incuriosite dalla nostra presenza, dal fatto che fossimo lì in quel momento.
Dopo pochi giorni, la paura che inizialmente provavo era svanita. Sentivo che dovevo essere qui, in questa nazione, per raccontare la sua storia e ascoltare le testimonianze di quelle persone che con coraggio, determinazione e orgoglio continuano a lottare e immaginare in un nuovo futuro,
Qui, ho ascoltato storie di famiglie costrette a lasciare le proprie case, ma che non avevano perso la voglia di lottare per la libertà e la sicurezza dei propri figli. La solidarietà tra le persone era evidente.
Chi aveva perso tutto trovava conforto e aiuto in chi, pur avendo poco, era disposto a condividere.
Un momento toccante è stato l'incontro con un militare in borghese a Irpin che pregava la perdita della sua famiglia durate l’occupazione russa nel marzo 2022.
Parlando con loro, ho percepito un profondo senso di responsabilità non solo verso la loro patria, ma anche verso le future generazioni. "Stiamo combattendo per la libertà dei nostri figli," mi ha detto un padre di due bimbi, "Non possiamo permettere che la guerra rubi anche i loro sogni", "perché possano crescere in un paese libero e sovrano."
Nonostante le difficoltà quotidiane e le incertezze del futuro, ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la resilienza del popolo ucraino.
La loro speranza non è semplicemente un'aspirazione vaga, ma una forza concreta che guida le loro azioni e alimenta la loro resistenza.
L’ Ucraina, mi ha mostrato un popolo che, nonostante le avversità, non ha mai perso la propria umanità e determinazione.
La speranza che ho visto negli occhi delle persone che vivono in questa nazione, la loro volontà indomita di lottare per la libertà e per il futuro dei loro figli, è una testimonianza potente della forza dello spirito umano. In un momento di grande difficoltà, gli ucraini continuano a combattere non solo per la loro terra, ma anche per un ideale di libertà che ispira e commuove.